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Lunatica a chi?

Lunatica a chi?

Sfatiamo un po’ di miti sulle mestruazioni per parlare seriamente di salute femminile

Lunatiche. Vendicative. Troppo emotive. Schiave degli ormoni. Una cosa negativa di essere donna è avere il ciclo. Quando hanno il ciclo si arrabbiano più facilmente. Isteriche.

Luoghi comuni di 50 anni fa? Sbagliato! Questo sono cose che pensano gli adolescenti e le adolescenti 15enni nel 2017. D’altra parte, anche la pubblicità e i film ci presenta il genere femminile in questo modo: come degli esseri alla completa mercé dei propri ormoni.

La parola “lunatica” si rifa proprio al ciclo mestruale della donna che (in teoria) dovrebbe durare proprio gli stessi 28 giorni di quello lunare e che, nel corso degli anni ha assunto una connotazione negativa.

Anche il termine isteria deriva dal greco Hystera (utero), in quanto gli antichi greci credevano che alcuni disturbi femminili derivassero dal fatto che l’utero se ne andasse in giro nel corpo della donna. Nel 1800 l’isteria identificava una nevrosi femminile. In realtà, nel corso dei secoli la supposta natura fragile ed emotiva delle donne fu usata per dominarle, internarle, e privarle dei loro diritti.

Questa, per esempio, è la sintomatologia di una donna che fu internata in un ospedale psichiatrico durante il ventennio fascista.

Potere leggere qui l’articolo “”Libertina, snaturata, irosa” – Storia delle donne internate in manicomio durante il fascismodi Elena Viale per Vice.

Oggi giorno sappiamo che non è il nostro sesso biologico che determina la nostra propensione per una attività piuttosto che un’altra, e nemmeno la nostra capacità di provare emozioni ha a che fare con i nostri cromosomi sessuali.

Eppure, secondo la nostra società, le donne sono ancora schiave dei propri ormoni.

In occasione del mese di marzo, mese tradizionalmente dedicato alla donna ho deciso di dedicarmi a scardinare un paio di falsi miti sul ciclo mestruale, sperando che, così facendo, si possa davvero parlare seriamente della salute femminile.

Cominciamo intanto abbattendo il mito della sindrome premestruale, grazie al video della collega Teresa Montesarchio per la sua pagina Facebook LoSbrogliamente

Per chi non avesse tempo o modo di vedere questo carinissimo video informativo il riassunto è più o meno questo: la sindrome premestruale non esiste così come ce l’hanno sempre raccontata, non diventiamo pazze o aggressive pochi giorni prima della mestruazione.

E questo punto è importantissimo, non solo dal punto di vista sociale e lavorativo, ma anche e soprattutto dal punto di vista della salute delle donne.

E veniamo al secondo falso mito.

Nel 2014 uno studio effettuato dalla scuola di medicina di Yale ha confermato ciò che altri studi nel corso degli anni avevano sostenuto e cioè che:

i medici hanno un pregiudizio nei confronti delle donne

E’, infatti, emerso che al pronto soccorso gli uomini attendono mediamente meno delle donne, in quanto la loro sintomatologia viene generalmente classificata come più seria. Inoltre, c’è una grossa differenza nelle diagnosi: in media agli uomini vengono presi più sul serio e ricevono una diagnosi e una cura. Alle donne, invece, viene significativamente più spesso attribuita una diagnosi di ansia o stress, senza ulteriori approfondimenti. Attenzione, non sto cercando di sostenere che tutti i medici (uomini e donne) agiscono secondo questo pregiudizio, o che lo facciano consapevolmente, sto solo citando dati statistici che mostrano questa tendenza pericolosa.

Inoltre, lo scorso 14 febbraio il parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sulla promozione della parità di genere nella salute mentale e nella ricerca clinica [potete leggerlo qui] in cui si scrive:

…”la salute mentale delle donne e delle ragazze è influenzata negativamente da una serie di fattori, compresi gli stereotipi di genere prevalenti e la discriminazione, l’oggettificazione, la violenza di genere e le molestie, l’ambiente di lavoro, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, le condizioni socioeconomiche, l’assenza o la scarsa qualità dell’educazione alla salute mentale e un accesso limitato all’assistenza per la salute mentale; … La relazione citerà specificamente il caso dell’endometriosi come esempio di discriminazione nella ricerca sulle patologie femminili e nel relativo trattamento.

Se mettiamo insieme queste due false credenze e cioè che le donne sarebbero isteriche prima del ciclo e che se si lamentano di qualcosa è perché sono probabilmente ansiose, il pessimo risultato è che quando si soffre di una malattia ginecologica (magari pure molto diffusa) non si viene credute e si passano anni a cercare una diagnosi.

In particolare, oggi vorrei parlare di due malattie ginecologiche molto diffuse: l’endometriosi e la sindrome dell’ovaio policistico

Endometriosi

L’endometriosi colpisce 1 donna su 10 in età fertile. Parliamo di 3 milioni di persone in Italia e circa 170 milioni nel mondo che in media attendono 10 anni per ricevere finalmente una diagnosi. Dopo lunghe battaglie da parte delle associazioni di pazienti, finalmente il Ministero della Salute sembra essersi accorto di questa patologia.

Ecco alcuni sintomi dell’endometriosi:

dolore a seguito di rapporti sessuali (64% dei casi), stipsi o dissenteria, spesso alternate, dolore ovarico intermestruale, dolore durante l’evacuazione, perdita di sangue dal retto, sangue nelle urine, infertilità (30/35% dei casi), aborti spontanei, affaticamento cronico, menorragia (mestruazione abbondante), metrorragia (perdita di sangue al di fuori della mestruazione), dismenorrea.

Se hai già una diagnosi di endometriosi o la sospetti, probabilmente persone a te vicine o addirittura dei medici potrebbero averti detto cose di questo tipo:

“le donne sono fatte per soffrire”, “sopporti poco il dolore”, “sei ansiosa”, “sei stressata”, “resta incinta e risolverai tutto”.

In questo caso, saluta queste persone educatamente e fila in un centro specializzato in endometriosi dove sarei seguita con professionalità e (si spera) con empatia.

Sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo del sistema endocrino che può avere diverse complicanze, anche ginecologiche, è molto diffusa e così come l’endometriosi può insorgere sin dai primi cicli mestruali e quindi già in adolescenza. Ecco alcuni sintomi:

mestruazioni irregolari, mestruazioni scarse o prolungate, irsutismo (crescita di peli sul viso), calvizie, insonnia, ansia e depressione, ovaie policistiche, aumento di peso

La sindrome dell’ovaio policistico, così come l’endometriosi, ha una sintomatologia molto varia, che cambia da donna a donna, e con complicanze più o meno gravi se non trattata adeguatamente.

Se hai già ricevuto questa diagnosi e famigliari o medici ti dicono cose di questo tipo:

“sei pigra e per questo non stai bene”, “sei troppo ansiosa”, “è una cosa che hanno molte persone, sei tu che non la sai gestire”

saluta educatamente e fatti seguire da una equipe di medici specialisti, endocrinologo e ginecologo, che ti aiuteranno a gestire questa sindrome senza farti sentire inadeguata nella tua femminilità.

La maggiore esperta del tuo corpo sei tu

Ricordati che nessuno ha il diritto di farti sentire inadeguata per come vivi (o non vivi) il tuo ciclo mestruale. Noi per prime dobbiamo renderci conto che non siamo e non dobbiamo essere schiave del nostro ciclo mestruale. Se sentiamo che c’è qualcosa che non va, cerchiamo l’aiuto di professionisti esperti che ci possano aiutare a gestire le nostre problematiche.

E se ricevi una diagnosi e fai fatica a gestirla ed ad accettarla, non sei tu che sei fragile: è normale! Ci sono associazioni di pazienti pronte ad accoglierti ed ad aiutarsi e psicologi che non ti giudicheranno e che ti aiuteranno a riscoprire le tue risorse per gestire la malattia cronica.

Infine, vorrei ricordare che ogni volta che si citano le donne e la loro “ovvia” dipendenza dagli ormoni e dal ciclo mestruale non ci rendiamo conto che possiamo ferire chi il ciclo mestruale magari lo desidera ma non ce l’ha, come per esempio:

  • donne in menopausa chirurgica (per asportazione di ovaie e/o utero)

  • donne in menopausa precoce

  • donne transgender

  • donne con la sindrome di Mayer Rokitansky Küster Hauser (roki)

  • … e chissà quante altre

 

Sono una psicologa psicoterapeuta e lavoro a Rovigo e online. Mi occupo del benessere psicologico di adulti e adolescenti.

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