Home
Il burnout della partita iva

Il burnout della partita iva

Anche chi opera in libera professione rischia il burnout, pur in maniera diversa da chi ha un contratto da dipendente. Come riconoscere i sintomi del burnout nel lavoro freelance e come prevenirlo

La sindrome da burnout è l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.

Esiste una buona letteratura scientifica sul burnout nell’ambito del lavoro dipendente, pochissime sono invece le ricerche che analizzano le caratteristiche del burnout per chi opera in libera professione, in altre parole chi ha la partita iva.

Inoltre, al momento in Italia (ma nemmeno nel resto del mondo) non esiste un sistema di prevenzione e monitoraggio del livello di stress di chi lavora in regime autonomo: in altre parole, siamo noi liber* professionist* che dobbiamo automonitorarci se vogliamo salvaguardare la nostra salute.

Jane Barcley nel 2015 ha pubblicato una ricerca molto interessante su questa tematica.

Ha rilevato (come era logico supporre), che il burnout delle partite iva è diverso da chi ha un contratto da dipendente. E ne ha individuate 3 tipologie:

  1.  Il corpo che non risponde più, con sintomi fisici, specialmente a livello gastrointestinale.

  2. Affaticamento mentale: confusione, stanchezza, difficoltà a ricordare, difficoltà a concentrarsi.

  3.  Demotivazione e/o disinteresse verso il proprio lavoro

Se lavori da sol*, hai mai notato questi sintomi?

Sempre secondo la ricerca di Jane Barcley del 2015, i fattori di protezione e/o di prevenzione del burnout de* freelance sono 5:

  1. Essere consapevol* di come reagiamo allo stress: segnali corporei, mentali o di noia

  2. Imparare a staccare la mente dal lavoro quotidianamente e settimanalmente

  3. Bilanciare il proprio lavoro in modo da calibrare momenti in solitaria ad altri in cui si collabora con altre persone

  4.  Elaborare una lista di attività da fare sulla base del proprio livello di energia e non per ordine di urgenza

  5. Cercare di assecondare i propri ritmi naturali di sonno/veglia

Sono ovviamente necessarie ulteriori ricerche in questo ambito, per poter conoscere maggiormente il fenomeno e mettere a punto strategie di monitoraggio e prevenzione efficaci.

Intanto, è un importante punto di partenza per fare delle riflessioni, a mio avviso, sempre più urgenti sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici con partita iva.

Clicca qui per leggere lo studio di Jane Barcley 

 

Sono una psicologa psicoterapeuta e lavoro a Rovigo e online. Mi occupo del benessere psicologico di adulti e adolescenti.

Messaggio Whatsapp
Invia con WhatsApp