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L’aiuto è l’altra faccia della medaglia del controllo

L’aiuto è l’altra faccia della medaglia del controllo

Aiutare le altre persone può implicare il desiderio di controllarle? Una riflessione stimolata da Brené Brown

Premetto che non so quanto sia efficace la traduzione della frase originale, credo che siamo in una di quelle situazioni un po’ “lost in translation”.

“L’aiuto è l’altra faccia della medaglia del controllo”

è una frase tratta dal libro “Almost everything” di Ann Lamont (in inglese viene definito “sunny side”, letteralmente lato soleggiato o illuminato”) e si riferisce a quella situazione in cui i genitori, o gli adulti significativi, aiutano eccessivamente ə bambinə per paura di lasciar loro fare le proprie esperienze e, quindi, di fatto controllandolə, anche se non necessariamente consapevolmente.

In uno dei webinar di rivisitazione del suo libro “I doni dell’imperfezione”, Brené Brown riprende questa citazione per rispondere alla domanda di una utente che non era sicura su come distinguere tra quando sta aiutando qualcunə per onesto altruismo e quando, invece, lo fa all’interno di una dinamica disfunzionale.

Brown suggerisce di fare un passo indietro e domandarci: “se non offrissi questo aiuto cosa succederebbe? Ci sarebbero delle conseguenze nel non farlo?”.

Se la risposta ha a che fare con la paura, allora molto probabilmente stiamo cercando di controllare la situazione perché temiamo le conseguenze se non lo facessimo: allerta relazione disfunzionale!

Ma controllo non è necessariamente il male supremo. Si comportano così, tanto per fare un esempio, persone che hanno vissuto in nuclei famigliari in cui la possibilità di essere trattatə bene era condizionata dal rendersi utilə alle persone che avevano il potere di renderti la vita accettabile o un inferno.

Quindi, è comprensibile che utilizzino l’aiuto come forma di controllo, probabilmente nemmeno tanto consapevolmente. Perché a volte, il controllo può salvarti la vita.

Quello che mi porto via da questa serie di riflessioni è che nella vita umana è molto raro che esistano delle esperienze del tutto positive o del tutto negative a priori: tutto deve sempre essere contestualizzato per essere compreso adeguatamente. La consapevolezza, dunque, risulta essere un tassello molto importante per comprendere, poter scegliere e (possibilmente) diventare più compassionevolə verso se stessə.

Quando, invece, rivolgiamo lo sguardo verso l’esterno, piuttosto che giudicare severamente ciò che le altre persone fanno o non fanno, forse sarebbe utile che provassimo a chiederci il perché del loro comportamento.

Magari potremmo pure essere di aiuto.

Sono una psicologa psicoterapeuta e lavoro a Rovigo e online. Mi occupo del benessere psicologico di adulti e adolescenti.

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