In questi ultimi anni si sta assistendo ad una serie di ondate di discipline del benessere che si scambiano il primato di pratica a seconda di mode più o meno passeggere. La pratica dello yoga sta godendo negli ultimi anni di una grande popolarità. Lo dimostrano la grande quantità di corsi che spuntano nelle nostre città. Ma in questo caso, sarebbe utile per una volta mettere da parte il nostro sguardo consumistico e prendere in considerazione che lo yoga è molto di più che una moda, e che può essere una grande opportunità per il nostro benessere.
Lo yoga è una disciplina antichissima nata in India (vi rimando alle meraviglie di Google per maggiori informazioni). Sicuramente la pratica moderna è molto diversa dalle sue origini, ma ha comunque mantenuto una qualità molto importante e comune in molte filosofie asiatiche: l’unità di corpo e mente (ne avevamo parlato anche nel post sulle Tecniche di Rilassamento), in contrapposizione con il dualismo cartesiano che ha dominato e influenzato l’occidente, e che per secoli ha distinto nettamente la psiche dal soma.
Numerosi studi recenti evidenziano che la separazione tra mente e corpo esiste solo a livello filosofico, e ribadiscono necessità di gestire il benessere non come una questione solo corporea o solo psicologica, ma come una integrazione di entrambi gli aspetti.
Il metodo Mindfulness, che “consiste nel prestare attenzione, in modo intenzionale, consapevole e non giudicante, all’esperienza che accade nel momento presente“ [fonte: psichedintorni.it], affonda le sue radici nella pratica dello yoga e nella filosofia Buddhista. Il Training Autogeno di Johannes Heinrich Schultz viene definito lo yoga occidentale.
Diversi studi (i cui riferimenti potete trovare nella sezione Bibliografia in coda a questo post) dimostrano come lo yoga possa significativamente migliorare lo stato psicologico e di salute di persone con problemi di stress lavorativo, di studenti, di persone che stanno affrontando la convalescenza a seguito di malattie gravi.
Inoltre, in caso di problematiche come, per esempio, attacchi di panico e ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress gli studi sembrano suggerire che abbinare la pratica dello yoga ad una psicoterapia dia risultati migliori, più veloci e stabili nel tempo.
In qualità di psicoterapeuta e praticante principiante di yoga, vorrei condividere alcune considerazioni sul perché ritengo che lo yoga possa essere un ottimo alleato per il nostro benessere.
Una dimensione su cui lavoro molto in psicoterapia è quella del “qui ed ora” ovvero di (ri)portare una certa quota di consapevolezza sul presente, in contrapposizione ad essere vittime del proprio passato o prigionieri di un futuro incontrollabile. Nello yoga è una esperienza che è il fondamento stesso della pratica. Sfido chiunque a tentare un “asana” (posizione) come quella illustrata dalla “yogini” (praticante di yoga donna) della foto di questo post pensando a cosa dire al capo che ci sta stressando per una consegna il prossimo lunedì mattina. Ironia equilibrista a parte, ogni asana richiama un elemento della natura (una montagna, un bambino che dorme, un cane che si stiracchia …), e pertanto assumere quella posizione può essere un lavoro sia corporeo che immaginativo: personalmente non assumo solo la posizione che richiama una sedia, ma immagino di diventarlo. Un processo di imaging che mi aveva molto aiutata nella pratica del karate in cui, similmente, le posizioni di gambe e braccia di ispirano ad elementi naturali.
Da ex atleta (molto competitiva) potrà sembrare strano che questo sia un aspetto che mi attrae, perché nello yoga non ci sono medaglie, non ci sono vincitori, non ci sono praticanti più bravi di altri. Lo yoga è uno studio e in quanto tale non si smette mai di imparare né di progredire. E’ una pratica dove non esiste un giudizio valoriale, ma solo una consapevolezza delle proprie sensazioni unite alla volontà di esplorare i propri limiti. Se un giorno la mia pratica non mi soddisfa non comprometto nulla, semplicemente lo noterò e coglierò l’occasione per fare qualcosa di diverso domani.
Sebbene nell’immaginario pubblico, lo yoga sembra che venga praticato solo da persone bellissime e supersalutiste, nella pratica non è necessariamente così. Se da un lato è vero che lo yoga scolpisce il corpo, lavorando su flessibilità, forza, elasticità e contribuisce al benessere osseo, e che chi lo pratica tende ad avere un fisico più armonioso ed in salute, a nessuno è preclusa la pratica. Bambini, adulti, anziani, alti o bassi, stretti o larghi, super-atletici o mingherlini, lo yoga accoglie tutti e dà a tutti la possibilità di esplorare ed esplorarsi.
Nel mondo odierno si tende a voler vivere solo le emozioni, le sensazioni, le esperienza positive. Ci viene detto che tristezza, rabbia, ansia, stress vanno represse, dimenticate non prese in considerazione. Ci dimentichiamo, però, che queste emozioni, queste esperienze sono fondamentali, ci servono a dare un senso a mondo e a trovare la nostra strada. Nello yoga si invita ad essere consapevoli sia di quando ci sentiamo a nostro agio, sia quando ci sentiamo a disagio e ad esplorare entrambe queste dimensioni. Questo può non essere sempre facile da fare, ed è per questo che per chi soffre di problematiche psicologiche più serie o complesse è bene abbinare alla pratica corporea anche un percorso psicologico.