Home
Mese dalla consapevolezza del dolore

Mese dalla consapevolezza del dolore

Dolore cronico: Abbiamo il diritto di poter tutelare la nostra qualità della vita e, no, non siamo persone migliori se sopportiamo in silenzio

Scrivo questo post con i postumi di una emicrania pulsante che mi è durata tutta la notte. Per fortuna non arriva spesso, ma quando soffri di dolore cronico le sorprese sono all’ordine del giorno e mi è sembrata una giornata calzante per scrivere un post sul mese della consapevolezza del dolore o Pain Awareness Month. Quest’anno il tema è l’importanza vitale di un approccio individualizzato, multidisciplinare e multimodale alla cura del dolore.

Forse non tuttə sanno che in Italia esiste la Legge 38 del 2010 che “tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore a favore del malato con malattia inguaribile o affetta da patologia cronica dolorosa”.

Che la legge esista è di vitale importanza, che poi la quotidianità sanitaria della gestione del dolore sia a macchia di leopardo è tutta un’altra storia.

Credo che ormai sia abbastanza risaputo che le donne e le persone all’intersezione con altre marginalizzazioni (persone nere, grassə, transgender, non verbali, disabili, per fare solo alcuni esempi), quando ci riescono, impiegano molto più tempo per vedersi riconosciuti i propri sintomi dolorosi, spesso subendo traumi sanitari e medical gaslighting nel frattempo, e ricevono cure spesso inadeguate perché la ricerca sulle terapie antalgiche si svolge ancora per la maggior parte su soggetti maschi (perfino quando si utilizzano i poveri ratti).

Con queste premesse, nonostante il continuo deterioramento della mia qualità della vita, ci ho messo mesi e mesi per decidermi a richiedere un appuntamento per la terapia antalgica. Abilismo e sanismo interiorizzati hanno fatto la loro parte nell’ostacolarmi, sebbene sia ormai giunta alla consapevolezza di essere dinamicamente disabile. Ma anche il gaslighting subito nel corso degli anni, mi faceva vedere quella consulenza come qualcosa da temere piuttosto che investirci su. Le mie colleghe Marta Grasso, Lara Ferrari e Sara Beduschi si sono sorbite le mie paure per settimane, finché non mi sono decisa a prendere appuntamento.

Ho trovato due professioniste umane e disposte ad ascoltare, e sono uscita con una prescrizione di un integratore che costa un occhio della testa (e che c’è di nuovo?) e un antidepressivo che dà buoni risultati per la gestione del dolore cronico fibromialgico. Non è una cura, chiaramente, io e il dolore cronico siamo riluttanti compagnə di viaggio, ma almeno ora mi sento un po’ meno costantemente in balia dei miei sintomi.

Abbiamo il diritto di poter tutelare la nostra qualità della vita e, no, non siamo persone migliori se sopportiamo in silenzio.

Per approfondimenti sulle tematiche di disabilità, disabilità dinamica, abilismo, sanismo e intersezionalità (oltre alle colleghe citate prima) consiglio:

@chroniqueers @witty_wheels @endoetica @endo_psi @the_sexpositive_translator @xfaith84 @sofia_righetti @marina_cuollo @infoendometriosi @emergenzaborderline @dr.serena_saraceni (e mi sarà sicuramente dimenticata qualcunə).

descrizione dell’immagine: un fotogramma tratto dal film di animazione Disney “Le follie dell’imperatore”, nella scena Yzma viene pinzata sul sedere da un coccodrillo e dice: “Kronk! Non intendevo questo con Mese della Consapevolezza del dolore!”

Sono una psicologa psicoterapeuta e lavoro a Rovigo e online. Mi occupo del benessere psicologico di adulti e adolescenti.

Messaggio Whatsapp
Invia con WhatsApp